lapide, manifattura emiliana, Cimitero Ebraico, via della Certosa, 18,


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cm 85 (la) 162 (a)
sporgente rispetto al muro di circa 14 cm
sec. XX (1945 - 1946)

Lapide semplice a muro inserita nel muro di cinta sud ovest, su basamento con lastra rettangolare applicata con bordo a bassorilievo scanalato e timpano in sommità con fascia inferiore con ovuli incisi. Decorazione: bassorilievo con sole alato nel timpano; bassorilievo a motivo floreale al centro.

Leone Maurizio Padoa, figlio di Felice e di Ginevra Vivanti, nacque a Bologna nel 1881. Laureatosi in chimica presso l'Università di Bologna, fu assistente di Giacomo Ciamician a partire dal 1905. Nel 1920 ottenne la cattedra di chimica prima presso l'Università di Messina, poi presso quella di Cagliari. Nel 1921 venne nominato professore ordinario presso l'Università di Parma e infine, nel 1924, assunse la cattedra di chimica industriale presso l'Ateneo bolognese. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto deglin intellettuali antifacisti promosso da Benedetto Croce. Nel 1931, per salvare la propria cattedra, dovette prestare giuramento al regime. Venne dispensato dall'insegnamento universitario nel 1938, con l'entrata a vigore delle leggi razziali. Dopo aver tentato inutilmente di essere reintegrato presso l'Università si ritirò a vita privata. Venne arrestato nel marzo 1944 dai nazisti a Bologna e venne deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, dove venne ucciso.

Il sole alato presente nel timpano della sua lapide è un simbolo legato alla cultura artistica funeraria del tempo e non è espressione esclusiva della legge ebraica.