Eufemismo


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figura retorica con il fine di attenuare il carico espressivo di ciò che si intende dire

«Noi facciamo quello che dobbiamo, ma gli diamo dei nomi altisonanti.»

L'eufemismo (dal verbo greco εὐφημέω (euphēmèō), «risuonare bene», oppure dal verbo greco εὐφημί (euphēmì), «parlar bene, dir bene») è una figura retorica che consiste nell'uso di una parola o di una perifrasi al fine di attenuare il carico espressivo di ciò che si intende dire, perché ritenuto o troppo banale, o troppo offensivo, osceno o troppo crudo.[2]

Ad esempio:

  • «passare a miglior vita», «spegnersi», «mancare», «cadere» o «scomparire», per non dire morire;
  • «questo piatto lascia a desiderare» per non dire che è cattivo;
  • «una persona poco intelligente» per non dire che è stupida (in questo caso in forma di litote);

Il suo opposto è il disfemismo, in cui si usa volutamente, ma in senso scherzoso o affettuoso, una parola sgradevole o volgare al posto di una normale o positiva (ad esempio: il vecchio per il padre)[3].

  1. ^ Emerson (Frasi) - Documents
  2. ^ eufemismo - Treccani, su Treccani. URL consultato il 19 maggio 2024.
  3. ^ (EN) McCormally, Timothy J., Less Taxing Matters... Euphemism, Dysphemism, and the Shaping of Tax Policy, 45 Tax Executive 352 (1993).
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 29492 · LCCN (ENsh85045590 · GND (DE4015680-1 · BNF (FRcb11956912t (data) · J9U (ENHE987007558089905171